LA SCOPERTA DELL’ALTRO: IL GIOCO DEL BAFA-BAFA - Vania Bovino


Come si sente chi arriva in un nuovo gruppo?
Cosa prova chi per la prima volta si confronta con nuove regole, una nuova lingua e modi di fare diversi dai nostri?
Come si fa a capire senza chiedere?
Quanto conta la nostra capacità di osservare?
Come si fa ad accogliere qualcuno nel nostro gruppo?

A queste ed altre domande abbiamo cercato di rispondere con il gioco di ruolo Bafa-Bafa nelle classi IV A e IV B della scuola Primaria “G. Bechi” di Firenze.

Ogni classe ha ricevuto la consegna di svolgere un gioco di carte seguendo delle regole precise di comportamento e di linguaggio tra i partecipanti. Dopo un po' di allenamento, sono partite le “visite”.




A turno, piccoli gruppi di bambini si sono spostati nell'altra classe per esplorare ed osservare, partecipando al gioco degli altri. 
Per gli esploratori, che avevano solo poco tempo a disposizione, la consegna era quella cercare di capire le regole di quel gruppo e di quel gioco senza fare domande e cercando di partecipare al gioco, prima di ritornare nel proprio gruppo.




Quando tutte le visite/esplorazioni nelle altre classi si sono concluse, i bambini hanno fissato per iscritto le loro sensazioni, ciò che avevano capito e ciò che avevano provato durante il gioco.







Dopo aver scritto, le classi si sono riunite per discutere su quello che era successo, su come gli alunni si erano sentiti nel momento della visita, cosa avevano capito.
In seguito, tutti ci siamo domandati se queste sensazioni si provano anche nella realtà, in quale occasione, a chi, e come fare per aiutare chi non sta giocando, chi vorrebbe prolungare la visita e chi ha bisogno di aiuto per capire e farsi capire.
Il gioco è stato un grande successo! Tutti i bambini hanno chiesto di rifare l'esperienza e hanno apprezzato moltissimo quella sensazione di straniamento  e vertigine che dà il ritrovarsi in un contesto nuovo e tutto da scoprire. Dopo averlo in qualche modo sperimentato, gli alunni sono stati molto sensibili nel comprendere quello che può verificarsi ad una persona che questa esperienza la vive fuori da un contesto giocoso come il nostro.


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